Carl Brave, le ‘Occhiaie' sul mondo: “Sogno un duetto con Cremonini”

Milano – Scippato ieri pomeriggio alle azzurre del calcio, poco di cantare per il pubblico del “Tardini” di Parma nell’intervallo di Italia-Parma, Carl Brave si dice pronto a scatenare domani la festa sul palco dell’Alcatraz. Questo grazie all’ultimo album “Notti Brave amarcord”, quarto capitolo di una discografia solista varata dal cantante romano (all’anagrafe Carlo Luigi Coraggio) nel 2018 dal quasi omonimo “Notti Brave”, ma anche al recente singolo “Occhiaie”.
“Occhiaie” parla di un clochard romano di via del Corso, ma il video l’ha girato a Milano in Vittor Pisani. Perché?
“Perché la mia casa discografica sta in Piazza Repubblica, diciamola tutta. E perché, nonostante i riferimenti, il pezzo non è poi così legato alla mia città come le sono invece le canzoni del disco. Ecco perché a primavera l’ho tenuto fuori dal repertorio di ‘Notti Brave amarcord’ e lo mando in radio solo ora solo come singolo”.
Per guardare al mondo da un’altra angolazione.
“Beh, l’album parla di me con riferimenti anche molto biografici. ‘Occhiaie’, invece, mi trasforma invece in un osservatore esterno della vita di un senza tetto nell’indifferenza della gente. Se non erro, è il primo video che ambiento a Milano. Anche se a breve ne arriverà un secondo legato a quel brano, in cui monterò immagini di occhi (e occhiaie) dei fans”.
Anche se con approccio un po’ meno sociale, sempre di sguardi parla.
“‘Occhiaie’ è un pezzo che racconta la vita di strada, quella di tutti noi che, alzando lo sguardo, ci ritroviamo a fare i conti con una quotidianità non sempre facile”.
Ha parlato di “Notti Brave amarcord” come di una ripartenza. Perché?
“Perché questo è un disco a sé. Abbastanza diverso da tutto quel che ho che ho fatto in passato. Prima provavo a fotografare del quotidiano per parlare di cose che vivono tutti, mentre stavolta ho parlato solo di me. Ma con ‘Occhiaie’ sono già tornato al Carlo prima maniera”.
In “Flash” c’è un ricordo dell’attore-filosofo Remo Remotti.
“Già, di quando ero ancora al liceo. Lo conoscevo di fama, l’avevo visto nei film di Moretti. Andai a ad un suo spettacolo a San Lorenzo e poi l’aspettai all’uscita con la ferma intenzione, da pischello appena entrato nelle cose della musica, di farci un featuring. Lui mi disse ‘certo, portami, però, una bella cassa di Peroni’. Poco tempo dopo morì e quella confezione di birra non gliel’ho potuta regalare”.
Da ex giocatore di basket, qual è il tiro da tre punti che le è dispiaciuto di più sbagliare?
“Come capita a tanti, ce ne sono stati diversi. ‘Termini’, ad esempio, non avrà 20 milioni di streams, ma per la mia carriera, rimane un pezzo importante. O anche ‘Accuccia’, che ho scritto nel ricordo del mio cane. Cose particolari, che non fanno certo i numeri di ‘Spigoli’, ‘Fotografia’ o ‘Makumba’, su cui mi piacerebbe, magari, che il pubblico potesse sintonizzarsi di più”.
Sta andando bene “Perfect” con Sarah Toscano. Per lei quest’anno niente Sanremo. E Brave cosa fa? Ci prova?
“Se avessi un pezzo giusto… ma occorrerebbe anche un po’ di fegato, perché è un’occasione che può cambiarti la carriera”.
Non succede, ma se succede… partner sognato per condividere la serata delle collaborazioni?
“Cesare Cremonini. Perché scrive canzoni molto belle e sul palco è uno dei più bravi performer che abbiamo in Italia”.
Il Giorno



